Il rischio microclimatico nei caseifici e nelle sale di mungitura

Nell’intervento “Il rischio da microclima nei caseifici e nelle sale di mungitura” – a cura di  D. Monarca, R. Bedini, M. Cecchini, A. Colantoni, S. Di Giacinto, A. Marucci, G. Menghini (Università degli Studi della Tuscia – Laboratorio Ergolab – Dip. DAFNE – Viterbo) e P.R. Porceddu (Università degli Studi di Perugia – Dip. Scienze Agrarie e Ambientali) – si indica che   in molti ambienti di lavoro agricoli ed agroindustriali “il benessere termico è difficilmente realizzabile, perché l’uomo si trova spesso ad operare all’aperto o in presenza di animali, o in condizioni di temperatura elevata (serre) o molto bassa (celle frigorifere) o in situazioni in cui i parametri climatici devono essere tenuti all’interno di determinati intervalli, per garantire produzioni conformi agli standards di preparazione, di maturazione e di conservazione dei prodotti”.
L’intervento riporta diverse indicazioni sulle caratteristiche del benessere termico, sui fattori che influenzano il microclima e sottolinea che se ad oggi il microclima è un rischio fisico per il quale il Decreto legislativo 81/2008 fornisce generiche indicazioni di “adeguatezza” e “benessere”, si può colmare questa “carenza” con il riferimento a normative tecniche. Queste “ultime propongono alcuni indici microclimatici di comfort e/o di stress, indici che permettono di interpretare le condizioni microclimatiche ambientali integrate con il tipo di attività svolta dagli addetti”.
Nel documento relativo all’intervento, che vi invitiamo a leggere integralmente,  sono presenti diverse tabelle contenenti, ad esempio, le principali norme tecniche in relazione agli ambienti microclimatici e i principali strumenti di misura utilizzabili ai fini della valutazione del rischio microclimatico.
Molto spazio è poi dedicato alle metodologie di valutazione negli ambienti severi, con particolare riferimento a:
– modello PHS, il “Predict Heat Strain” (ISO 7933);
– indice WBGT: “la metodologia di valutazione delle condizioni di lavoro negli ambienti severi caldi è descritta dalla norma UNI EN 27243, che introduce l’indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature)”;
 – indice IREQ.
Le industrie agro-alimentari sono “caratterizzate da particolari lavorazioni che prevedono la presenza di notevoli escursioni termiche tra luoghi diversi all’interno degli stabilimenti, anche in conseguenza della specificità del ciclo produttivo”.
Si fa riferimento ad esempio ai caseifici, alla produzione di formaggi.
In questo caso “le fasi che possono presentare punti critici per la salute dei lavoratori dal punto di vista microclimatico sono: la maturazione tramite stagionatura in grotte o in forni; il mantenimento delle caratteristiche organolettiche tramite l’immagazzinamento nelle celle frigorifere; la lavorazione di formaggi freschi e delle ricotte”. Gli addetti che operano all’interno delle aree di stagionatura (grotte) sono soggetti ad una esposizione, oltre che alle basse temperature, soprattutto ad un elevato tasso di umidità relativa.
Riguardo ai caseifici viene presentato inoltre un caso pratico, con riferimento ad un indagine effettuata presso un caseificio del centro Italia, con rilievi che hanno riguardato 7 ambienti differenti.
Gli autori si soffermano poi sulle aziende agrozootecniche e sulle sale di mungitura.
Infatti le strutture di allevamento “sono caratterizzate dal mantenimento, anche forzato tramite sistemi di ventilazione naturale e/o forzata, di un microclima favorevole agli animali; questo a volte può provocare disagi per gli operatori (elevata temperatura dell’aria ed elevato tasso di umidità causato dal vapore acqueo prodotto dagli animali e dall’evaporazione dalle superfici bagnate)”.
Anche in questo caso è presentato un caso pratico relativo a un’azienda sita nel comune di Viterbo che ha una stalla per bovine da latte con 250 bovine in lattazione.
Il rischio da microclima nei caseifici e nelle sale di mungitura”, a cura di  D. Monarca, R. Bedini, M. Cecchini, A. Colantoni, S. Di Giacinto, A. Marucci, G. Menghini (Università degli Studi della Tuscia – Laboratorio Ergolab – Dip. DAFNE – Viterbo) e P.R. Porceddu (Università degli Studi di Perugia – Dip. Scienze Agrarie e Ambientali), intervento alla giornata di studio “Salute e sicurezza sul lavoro nel comparto zootecnico e caseario” (formato PDF, 523 kB).
Fonte: Puntosicuro.it
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